Riflessione 14

Ciao Anna, non voglio rompere, ma queste due cose le devo dire, secondo me il fatto che si sia gestito male la fase post elettorale (governo e presidenza repubblica), non vuol dire continuare (scusa l’ironia). Avevamo l’alibi servito su un piatto d’argento fornito da Berlusconi con il veto a Renzi per disimpegnarci politicamente, fare gli offesi e dire all’ opinione pubblica “avevamo proposto un nome nuovo, di cambiamento, giovane, gradito ai cattolici, gradito alle imprese, con sufficiente esperienza, insomma gradito alla maggior parte della società e abbiamo avuto il veto da chi, dopo averci condotto in questo disastro, vuole continuare a fare i propri interessi sordo ad ogni tentativo di rinnovamento e quindi ora decida il capo dello stato” (via libera ad un governo Amato di breve durata). Invece no!, Ci siamo impegnato al massimo livello politico caricandoci la responsabilità di salvatori del mondo e siamo tornati in campagna elettorale dove, ho sentito questa mattina l’antifona della rassegna stampa, Berlusconi vuole calare le tasse, anzi restituire ai cittadini quelle già pagate e noi invece passeremo per quelli che in nome della “responsabilità” le vogliamo mantenere. Insomma il partito sarà completamente assorbito ancora una volta in un campo dove diamo il peggio, cioè quello mediatico, per cercare di sostenere un “nostro” governo che alla fine Berlusconi farà cadere in nome delle tasse, anzichè dedicarci alla discussione e alla preparazione di un buon congresso chiarificatore e risolutivo ed infine alla campagna elettorale.

Scusa lo sfogo, speriamo di non essere troppo pessimista,

Franco

Riflessione 13

Sono un’iscritta al circolo centro, pur vivendo (per lavoro) lontano.

Condivido la passione e la voglia di andare avanti che tu esprimi con la tua nota. Sai bene che sarà molto duro ripartire, non tanto fra di noi (il Pd di Ferrara non mi sembra riproporre gli schemi romani: almeno fra di noi abbiamo sempre parlato chiaro, nel rispetto delle pur diverse opinioni). È duro ricominciare con gli elettori, perché tutti -ed è comprensibile- identificano il PD con l’immagine deplorevole degli ultimi mesi. E adesso-se Letta riuscirà- con le larghe intese, indigeste di più ogni volta che ci penso.

Da un certo punto di vista -cioè nella dialettica interna- io apprezzo che tutto sia scoppiato: lasciar fare a Bersani avrebbe significato portare comunque il partito allo sfascio, ma al tempo stesso veder consolidati i centri di potere della ditta Errani&C., di quella parte del nostro partito che comanda davvero perché gestisce il danaro ed è dannatamente legato a migliaia di inciuci di prassi. (su questo sarebbe utile un dibattito serio)

Preferisco appartenere un partito che vince, ma non a qualsiasi costo. Preferisco la chiarezza, il rispetto per chi ci crede in modo disinteressato per sé, per il bene comune = parole che in bocca a Bersani sono false, ma in bocca ai tanti militanti e a una buona parte dei parlamentari rispecchiano una volontà buona.

Non mi piace nemmeno lo sgomitare di Renzi. Ma non sono più riproponibili i tempi del “tutti zitti e coesi dopo le primarie che hanno stabilito un vincitore”. Il vincitore ha fatto innumerevoli errori e prima di tutto ha ritenuto di essere un monarca assoluto cancellando le ragioni di quel 40% che invece rappresentava una segnale degno di qualche riflessione. Ma i dirigenti come Bersani sono abituati a sistemare i contendenti con i contentini e forse pensava di dare qualche briciola a Renzi per metterlo buono.

Mi dispiace non partecipare alle discussioni che senz’altro ci saranno nel pd ferrara. Mando questo piccolo contributo al segretario Calvano.

Voglio infine spezzare una lancia a favore dei cosiddetti 101 “traditori”. Tutti hanno letto il loro comportamento come incoerenza e falsità fra l’approvazione unanime in direzione e il voto segreto nell’urna. Io penso invece che le cose siano andate diversamente. La candidatura di Prodi non è stata “proposta” alla discussione, è stata “comunicata” come ultima spiaggia. E così come il giorno prima nessuno ha approfondito la discussione su Marini, limitandosi ad archiviare un voto di maggioranza e a ignorare le ragioni di chi non era d’accordo, così il giorno dopo chi aveva ragioni contrarie ma non potendole proporre a un dibattito ha applaudito pensando “E vai! Continua così”.

La prima cosa che dobbiamo imparare è ASCOLTARCI.

La seconda, forse, sarebbe di guardare avanti e non indietro come con Marini, con Prodi, con Napolitano, e adesso con Berlusconi …………

W Debora Serracchiani (non perché renziana, ma perché ha convinto con la sua freschezza, il suo non legame con schemi vecchi, la sua voglia di entrare nel concreto).

Di sicuro i dirigenti nazionali non hanno un’idea -da molto tempo e per come hanno impostato la campagna elettorale- di cosa ci sia nella società italiana.

Parlano tra loro (a proposito, ogni volta che parla rosy bindi perdiamo un milione di voti) un linguaggio anacronistico per schemi e calcoli ormai falliti, sono distantissimi da tutto. Forse ha ragione chi dice “tutti a casa” perché quelle poltrone gli annullano la memoria dei motivi per cui sono là.

Rita

Riflessione 12

carissima Anna

il tuo appello è così accorato che suscita rispetto ed appunto riflessione.

Non voglio dire che non serve il tuo encomiabile entusiasmo, ma ti dico che non è sufficiente in un quadro di rottura come quello che stiamo vedendo nel gruppo dirigente del PD.Voglio dirti che forse l’entusiasmo durante la mobilitazione per le primarie non ha fatto capire che mancava la linea politica del PD. Quelle primarie erano le scelte per un primo dirigente dietro al quale non c’era un’unità politica. O meglio c’erano due linee politiche in conflitto tra loro ed un gruppo dirigente nazionale altrettanto diviso e lacerato che Bersani non è riuscito a portare a sintesi unitaria.

Chi mi conosce sa che io da sempre ho lamentato che nel PD non vi fosse una linea politica ma sempre mi si è parlato e risposto d’altro.

La mancanza di linea politica ha fatto sì che ci siamo presentati in campagna elettorale con una proposta politica inadeguata ed incomprensibile , convinti che sarebbe stato sufficiente l’entusiasmo delle primarie per vincere le elezioni.

Ma così non poteva essere perchè esistevano più linee e gruppi dirigenti uniti soltanto da antiberlusconismo ed interessi personali. Ciò era latente ed intuibile e Bersani ha cercato di nasconderlo con il suo buon senso e serietà.

Ma quando si è trattato di fare scelte univoche, come in questi giorni, tutto è esploso ed ha devastato l’unità fittizia del PD.Oggi è forse svanito il più bel sogno politico di chi crede nel riformismo progressista.

Oggi si tratta di ricostruire un nuovo partito che il PD non è riuscito ad essere perchè era il semplice incollaggio di due partiti.

Come vedi non è sufficiente l’entusiasmo e fare finta di essere uniti.

Ora io non so cosa farò, certamente non sarò più in quel PD che ha esaurito le speranze

Michele

Riflessione 11

In queste ultime settimane, e nell’ultima poi!, ho letto il leggibile sui giornali e guardato i più diversi servizi di cronaca, le interviste ecc.  con il dispiacere, la costernazione, la rabbia e l’incredulità chevia via gli avvenimenti mi hanno sollecitato.

Abbiamo età anagrafiche e politiche differenti, abbiamo storie e formazioni differenti ma abbiamo condiviso speranze e impegno per contribuire a un percorso verso un’Italia  equa socialmente, libera culturalmente, che difende i diritti di ognuno e onora i principi costituzionali a partire dall’art.1, consapevole della necessità di difendere il suo ambiente naturale, artistico e dell’unicità e fragilità della sua fisionomia storica….e ci è toccato vedere 101 indegni rappresentanti eletti del PD che hanno votato all’unanimità all’assemblea dei grandi elettori sul nome di Prodi e hanno poi dato un diverso voto segreto, dalla sera alla mattina, senza discutere a viso aperto né confrontarsi.

Al di là di tutte le gravi questioni politiche che si pongono, questo è un fatto intollerabile: dimostra che tanti non hanno idea di come si sta in un partito, di cos’è un partito, e di cosa sono le istituzioni di cui si fa parte.

Con una metafora semplice ma chiara il nostro Sindaco, Tiziano Tagliani, diceva ai 18enni ai quali poco più di un mese fa, il 16 marzo, abbiamo consegnato la Costituzione che è difficile difendere la democrazia e parlarne ai giovani, perché in questi ultimi vent’anni si sono depositate  molte scorie su di essa, che la nascondono. E dobbiamo perciò studiare molto e scavare molto, con badili di umiltà e impegno, per rimetterla alla luce e far sì che i giovani la capiscano, la amino e comprendano che va difesa perché, sia pure imperfetta, è la nostra garanzia di libertà.

Ecco, chi non vuole scavare è meglio che si faccia da parte….

Anna Paola

Riflessione 10

 Credo che lo sconforto sia lo stato d’animo della maggior parte di coloro che  hanno votato PD esprimendo fiducia al suo segretario. Segretario che da subito  dopo avere accettato il pre-incarico da Napolitano ha dimostrato tutta la sua,  non so se dire ingenuità o dilettantismo, che da un politico di lungo corso  suona inaccettabile in un mondo dove sempre più è dei furbi. La cosa è  continuata con la vicenda del capo dello stato. Sono consapevole delle difficoltà, ma un minimo di intelligente strategia poteva starci.

Credo che bisogna prendere atto delle varie piccole o grandi ambizioni che  inevitabilmente animano coloro che ambiscono o temono di perdere un posto  privilegiato che se da un lato può essere comprensibile dall’altro non è  giustificabile quando chi ne fa le spese è il paese ed il partito. Un segretario deve sapere distinguere quando un così detto atto di generosità,  come quello di farsi da parte, cela invece una fine strategia per un rientro in campo in ruoli autorevoli!! Possibile che centinaia di deputati siano stati inseriti nelle liste senza sapere a chi avrebbero obbedito?

Nei fatti però il tema di fondo è sempre lo stesso: Berlusconi si o Berlusconi  no? Io sono per il NO, ma se non si può fare diversamente nell’immediato,  cerchiamo di giocarcela al meglio. (Vecchia saggia Bindi), intanto, in attesa  del congresso che spero sia ravvicinato rispetto ottobre, si faccia buon viso e  si cerchi di fare un buon lavoro con il congresso.

Grazie, sapere che ci sono all’interno del partito persone come te che ti sei immediatamente premurata di tenere il contatto con la base, mi consola.

Cercherò anch’io di essere un po’ più presente.

Franco

Riflessione 8

Credo che la  soluzione a questo momento difficile per il partito sia far pulizia all’interno eliminando definitivamente le vecchie ombre e i vecchi dirigenti a fronte di nuovi che ricompattino il partito e ci sia un maggiore coinvolgimenti ai processi decisionali delle basi, dei circoli; credo che una scissione, di cui già parlano i giornali, non sia la miglior soluzione in vista di elezioni poiché non faremo altro che consegnare il paese a Berlusconi/Grillo; credo che il nome PD debba restare tale, io credo ancora nel PD e tanto più nei GD! :D

Davide

Riflessione 7

Buona idea trovarsi in piazza il 25 aprile. Come socio fondatore del PD faccio solo una breve ragionamento personale: il partito deve avere la forza di superare finalmente il suo peccato originario, l’infausta “fusione a freddo” tra gruppi dirigenti ex DC e post comunisti, avviando una seria riflessione politico-culturale e naturalmente un immediato cambio di classe dirigente a livello nazionale. Adesso servono persone oneste, competenti e legate al territorio. Abbiamo visto tutti fin dove ci ha portato la smisurata ambizione di vecchie volpi e il cinismo miope dei giochi di Palazzo.

I problemi degli italiani richiedono una classe politica capace di affrontarli, il PD torni ad essere davvero motore del cambiamento: non era nato per questo?

Davide

 

Riflessione 6

Il giorno dopo il risultato elettorale io, come molti simpatizzanti ed elettori della Sinistra, mi sono sentito arrabbiato, perchè non ci è stata data l’opportunità, che abbiamo sempre sperato, di costruire un’Italia migliore dalle rovine lasciate da anni di Destra e conservatorismi reazionari. Tuttavia la mia “rabbia” era dovuta al fatto che ancora una volta, nel nostro Paese, le demagogie e i populismi avevano trovato terreno fertile, e i cittadini preferendo ciò alla concretezza, avevano votato con la pancia e non con la testa. Ecco perchè quello stesso giorno decisi insieme a un amico di iscrivermi al PD, per lottare contro questa mentalità che sempre più negli anni ha preso piede nella politica italiana.

Quando poi il mio segretario, che, se avessi avuto l’età necessaria, avrei votato alle primarie, sembrò essere l’unica barriera, che si opponeva di fronte alla prospettiva di una accordo con il centro-destra, mi sono sentito orgoglioso di fare parte di un partito che ancora teneva fede ai suoi valori e al voto degli elettori di centro-sinistra. Ma quando invece ho potuto assistere, come tutti, alla svendita del volere della base, senza la quale, sia chiaro, IL PARTITO NON ESISTE, e quindi all’aver votato per un candidato designato da Berlusconi e non Rodotà, senza parlare dei “frachi tiratori” che, pur di coltivare la propria “correntina interna”, non hanno votato il candidato voluto da tutti i militanti del PD, cioè Prodi, non ho perso fede nel Partito, ma in chi lo gestisce. Ora, non è questioni di correnti: io non sono nè Bersaniano, o almeno non lo sono più per ciò che ha permesso, nè Renziano o Giovane Turco: Io sono del PD. L’unico modo per vincere le elezioni e cambiare l’Italia, e finirla con le guerre fratricide, e ammettere che al vertice del Partito c’è stata gente che di Sinistra non aveva nulla e che ha approfittato dei nostri valori per coltivare il proprio orticello. Io penso, e questo è quello che ritengo pensi anche la base, che sia ora di fare delle scelte che approvino anche i dirigenti locali, gli attivisti e i tesserati, e non fatte in fumose stanze d’albergo, lontane anni luce dalla politica concreta.

 Viva il Partito Democratico!

 Alessandro

 

Riflessione 5

Ciao Anna,

colgo il tuo invito ad una riflessione, è giustissimo come dici tu che chi crede come noi in questa esperienza rimanga coeso e dia il proprio impegno alla ricostruzione del Partito Democratico nonostante l’essere arrabiatissimo con quei 101 incoscenti che si ritengono la casta e se ne fregano dei reali problemi del Paese, forse non hanno capito o non vogliono capire che sono su quelle poltrone perchè l’ elettore lo ha messo.

Penso che un comportamento incomprensibile dei nostri 101 grandi elettori sia una brutta vetrina per poter conquistare la fiducia di chi deluso dalla politica si è allontanato, non sarà facile parlare alla gente, ci classificheranno come tutti gli altri e l’ emorragia di voti ci sarà, uno degli ultimi incontri al circolo con gli iscritti qualcuno disse che chi non ci ha votato ha pensato più con la pancia che con la testa, ma se chi ti deve rappresentare parla un linguaggio che è lontano dal tuo non certo gli dai fiducia, purtroppo troppi nostri parlamentari lo hanno dimostrato, non è possibile anteporre gli interessi personali al disastro in cui si trova la Nazione, penso che sia utile un congresso a tutti i livelli e un vero cambio non solo di persone ma di mentalità da parte di chi avrà incarichi sia nel partito che istituzionali, bisogna che a tutte le iniziative dov’è possibile la partecipazione dei parlamentari, assessori e consiglieri regionali,provinciali e comunali) non creare la situazione dell’ultima campagna elettorale.

Era veramente l’ occasione buona per poter sminuire Berlusconi e costringerlo ad andarsene, come al solito i nostri dirigenti sono riusciti a rinvigorire Berlusconi, non capisco il perché non si sia voluto votare Rodotà che se ben ricordo è stato presidente del PDS quindi un personaggio vicino alla nostra linea, vorrei conoscere chi ha voluto bocciare Prodi uno dei padri fondatori del Partito Democratico.

Credo di aver espresso un sentimento che molti iscritti e simpatizzanti del PD stanno vivendo.

Marco