Documento approvato assemblea Circolo PD Centro Cittadino 6 maggio

Temi centrali della campagna elettorale erano lavoro e governo di cambiamento: l’esito del voto non ci ha dato i numeri per governare, non dandoci di fatto la possibilità e la forza politica  per implementare tali proposte.

Si sono poi susseguiti 60 giorni difficili. Si è così configurata la mancanza di determinazione e la mancanza di autorevolezza della guida politica per mantenere compatto il partito. Durante questa delicata fase, il partito ha smarrito il contatto con la realtà. Non c’è stata chiarezza e unità di intenti; si è assistito al manifestarsi ancora una volta al dispiegarsi di “correnti personalistiche” che niente hanno a che fare con gli interessi del PD stesso. Soprattutto, la dirigenza nazionale non ha voluto ascoltare il pensiero dei militanti e degli iscritti. Insomma, non è stato il PD che invece volevamo vedere all’azione.

Contestiamo alla dirigenza nazionale la mancata spiegazione delle decisioni cruciali prese in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, partendo dal nome di Franco Marini. Gravissimo, una “vigliaccata”, l’affossamento del nome di Prodi. Dopo lo shock di questo attacco al PD, si è resa obbligatoria l’elezione di Napolitano, per uscire dalla fase di stallo. I problemi della classe dirigente si sono svelati in tutta la loro drammaticità nel’elezione del capo dello Stato.

Il compito del Governo, in questo difficile passaggio politico, deve essere chiaro fin da subito: deve essere di breve durata, utile per dare le risposte più urgenti, stabilendo obiettivi chiari e raggiungibili in poco tempo : misure per il lavoro e contrasto della precarietà, misure per la creazione di posti di lavoro,  cambiamento della legge elettorale. Chiediamo soprattutto che come partito si manifesti una visione strategica forte che difenda le nostre posizioni. E’ necessario che venga reso chiaro su quali fronti non è possibile cedere alle pretese del PDL… e che si impedisca a Berlusconi di ricoprire qualunque incarico istituzionale.

E’ ora di rimboccarsi le maniche. Il Congresso del nostro partito dev’essere il prima possibile, compatibilmente con la necessità di correttezza e di chiarezza del percorso e delle regole. Deve avere natura ricostruttiva, partendo dagli iscritti, che ne devono essere i protagonisti,  e coinvolgere tutte le strutture di partito. Chiediamo che sia studiato un metodo comunicativo migliore ed efficace, affinché le proposte della base e dei circoli, luoghi innanzitutto di discussione ed elaborazione politica,  abbiano peso nel dibattito.

E’ necessaria anche la distinzione tra cariche politiche e cariche amministrative;  nonché la necessità di colmare il distacco tra partito a livello locale e a livello nazionale, e tra amministratori a livello locale e nazionale.

Tutto questo con un occhio attento e vigile, perché ci aspetta la grande prova delle amministrative l’anno prossimo.

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