Riflessione 13

Sono un’iscritta al circolo centro, pur vivendo (per lavoro) lontano.

Condivido la passione e la voglia di andare avanti che tu esprimi con la tua nota. Sai bene che sarà molto duro ripartire, non tanto fra di noi (il Pd di Ferrara non mi sembra riproporre gli schemi romani: almeno fra di noi abbiamo sempre parlato chiaro, nel rispetto delle pur diverse opinioni). È duro ricominciare con gli elettori, perché tutti -ed è comprensibile- identificano il PD con l’immagine deplorevole degli ultimi mesi. E adesso-se Letta riuscirà- con le larghe intese, indigeste di più ogni volta che ci penso.

Da un certo punto di vista -cioè nella dialettica interna- io apprezzo che tutto sia scoppiato: lasciar fare a Bersani avrebbe significato portare comunque il partito allo sfascio, ma al tempo stesso veder consolidati i centri di potere della ditta Errani&C., di quella parte del nostro partito che comanda davvero perché gestisce il danaro ed è dannatamente legato a migliaia di inciuci di prassi. (su questo sarebbe utile un dibattito serio)

Preferisco appartenere un partito che vince, ma non a qualsiasi costo. Preferisco la chiarezza, il rispetto per chi ci crede in modo disinteressato per sé, per il bene comune = parole che in bocca a Bersani sono false, ma in bocca ai tanti militanti e a una buona parte dei parlamentari rispecchiano una volontà buona.

Non mi piace nemmeno lo sgomitare di Renzi. Ma non sono più riproponibili i tempi del “tutti zitti e coesi dopo le primarie che hanno stabilito un vincitore”. Il vincitore ha fatto innumerevoli errori e prima di tutto ha ritenuto di essere un monarca assoluto cancellando le ragioni di quel 40% che invece rappresentava una segnale degno di qualche riflessione. Ma i dirigenti come Bersani sono abituati a sistemare i contendenti con i contentini e forse pensava di dare qualche briciola a Renzi per metterlo buono.

Mi dispiace non partecipare alle discussioni che senz’altro ci saranno nel pd ferrara. Mando questo piccolo contributo al segretario Calvano.

Voglio infine spezzare una lancia a favore dei cosiddetti 101 “traditori”. Tutti hanno letto il loro comportamento come incoerenza e falsità fra l’approvazione unanime in direzione e il voto segreto nell’urna. Io penso invece che le cose siano andate diversamente. La candidatura di Prodi non è stata “proposta” alla discussione, è stata “comunicata” come ultima spiaggia. E così come il giorno prima nessuno ha approfondito la discussione su Marini, limitandosi ad archiviare un voto di maggioranza e a ignorare le ragioni di chi non era d’accordo, così il giorno dopo chi aveva ragioni contrarie ma non potendole proporre a un dibattito ha applaudito pensando “E vai! Continua così”.

La prima cosa che dobbiamo imparare è ASCOLTARCI.

La seconda, forse, sarebbe di guardare avanti e non indietro come con Marini, con Prodi, con Napolitano, e adesso con Berlusconi …………

W Debora Serracchiani (non perché renziana, ma perché ha convinto con la sua freschezza, il suo non legame con schemi vecchi, la sua voglia di entrare nel concreto).

Di sicuro i dirigenti nazionali non hanno un’idea -da molto tempo e per come hanno impostato la campagna elettorale- di cosa ci sia nella società italiana.

Parlano tra loro (a proposito, ogni volta che parla rosy bindi perdiamo un milione di voti) un linguaggio anacronistico per schemi e calcoli ormai falliti, sono distantissimi da tutto. Forse ha ragione chi dice “tutti a casa” perché quelle poltrone gli annullano la memoria dei motivi per cui sono là.

Rita

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>